Rai, respinto il ricorso per la Champions

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Niente partite in chiaro per la tv di stato: sarà Mediaset a trasmetterle 

MILANO - Il Tribunale di Milano dice no alla Rai. La tv di stato aveva presentato ricorso in merito all'accordo tra Sky e Mediaset, che ha garantito a quest'ultima la possibilità di trasmettere in chiaro la miglior partita del mercoledì sera di Champions League. La Rai dovrà anche coprire le spese legali di Mediaset (15.000 euro) e Sky (10.000 euro). La pay tv satellitare aveva deciso di rinunciare all'opzione che avrebbe permesso alla Rai di trasmettere una partita di Champions League a settimana fino al 2021 a causa delle mutate condizioni del mercato dei diritti tv dopo l'entrata in scena di Dazn, che ha tolto a Sky tre partite di Serie A a settimana: è così caduto uno dei paletti dell'accordo con la tv pubblica, che ha quindi inutilmente provato un ricorso d'urgenza. Il Tribunale di Milano ha ritenuto inammissibile il reclamo nei confronti di Mediaset e definitivo insussistenti i presupposti che avrebbero giustificato un provvedimento urgente. Sarà quindi valido l'accordo Sky-Mediaset: Pier Silvio Berlusconi, in occasione della presentazione dei palinsesti, aveva annunciato l'acquisto dei diritti per una cifra vicina ai 40 milioni versati dalla Rai (si parla di una cifra tra i 42 e i 45 milioni).

La replica della Rai

"Rai si è attivata per garantire ai propri telespettatori la visione delle gare di Champions League in modo tempestivo, puntuale e rigoroso". E' quanto emerso da fonti Rai dopo la sentenza del tribunale. Le stesse fonti hanno proseguito cosi: "Il 25 gennaio la Rai ha esercitato l'opzione, il 30 Sky ha replicato di non considerare efficace l'opzione esercitata da Rai, è seguito un incontro a fini conciliativi il 7 febbraio e, a distanza di meno di 60 giorni, è stato depositato il ricorso. I soldi sono stati trovati e i diritti sono stati comprati. È Sky che ha arbitrariamente negato l'efficacia dell'acquisto, avendo ricevuto una offerta superiore da RTI. Lo sforzo economico di Rai è stato notevole; se Sky avesse rispettato l'accordo, saremmo stati l'unico servizio pubblico in Europa a trasmettere le gare di Champions League in chiaro. Avendo un contratto scritto con Sky per la trasmissione delle gare di Champions League, abbiamo ritenuto inaccettabile alzare la posta. Peraltro, come concessionaria del servizio pubblico non ci è consentito spendere più di quanto già concordato". La Rai contesta la posizione di Sky, sostenendo che "ha aumentato la dimensione dei propri diritti, raddoppiando il numero di gare da poter trasmettere in esclusiva assoluta, potendo contare su una esclusiva assoluta riguardo a tutte le piattaforme utilizzabili, avendo il diritto di trasmettere le riprese televisive di 16 dei 20 "top match" di Serie A, e potendo offrire i prodotti del calcio Serie A su canali DTT pay. Se prima un tifoso delle prime otto squadre con bacino di utenza più ampio aveva la possibilità di seguire le partite della propria squadra potendo scegliere tra offerta Sky e Mediaset Premium, quest'ultima a valori molto più contenuti, ora l'utente non ha altra opzione che transitare da Sky".

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