Golden Boy, è super Mendes

© LaPresse

Il procuratore più potente del mondo, agente di Cristiano Ronaldo, cura anche gli interessi di João Félix. Gestisce un patrimonio di calciatori senza eguali: basta dare un’occhiata alla sfida virtuale tra i suoi assi

TORINO - Quando si discetta del procuratore portoghese Jorge Mendes, 53 anni, nato a Lisbona e residente a Oporto, si parla “sic et simpliciter” dell’agente più potente del pianeta. Il numero 1 assoluto. Anzi, definirlo agente è persino restrittivo, limitativo, riduttivo. La stampa mondiale ha infatti coniato per lui, esclusivamente per lui, una definizione “ad hoc”: superagente. Giusto per marcare la differenza con gli altri colleghi “normali” che devono accettarne lo strapotere. Magari a denti stretti, come il suo più agguerrito rivale cioè il nocerino-olandese (residente a Monte-Carlo) Carmine “Mino” Raiola. Il “Senhor Jorge” è l’uomo da un miliardo di dollari di fatturato. Un giro d’affari incredibile e vorticoso. Che se la gioca, secondo l’autorevole rivista economica “Forbes”, con il californiano Scott Boras, procuratore delle “stars” del baseball targato USA. La vita (spericolata) di Mendes è una storia da film (di Steve McQueen o, meglio, James Bond). Una storia straordinaria di un uomo straordinario. In grado di compiere “missioni impossibili” (e allora qui bisogna scomodare Tom Cruise, attore cui peraltro somiglia un po’) sublimate dallo stupefacente trasferimento di CR7 dal Real Madrid alla Juventus nell’estate 2018. 

DALLA 127 ALLA FERRARI

Un impero costruito dal nulla, cominciato con una piccola videoteca aperta in coppia con un socio a Viana do Castelo e un prestito bancario di 1.000 “contos”(ovverosia 1 milione di “escudos”), il corrispettivo odierno di 5.000 euro... La prima macchina di Mendes è stata una Fiat 127: a distanza di una trentina d’anni l’impresario “lisboeta” che adora pasteggiare a champagne (Louis Roederer Cristal Brut Rosé Millesimé il suo preferito) vanta un parco auto da far invidia al Sultano del Brunei fra cui si segnalano i modelli più esclusivi di Ferrari, Lamborghini, Porsche, Aston Martin, Bentley, Jaguar, Audi e chi più ne ha più ne metta. E per i viaggi in Europa usa il suo aereo privato, un Cessna Citation CJ3. Jorge Paulo Agostinho Mendes, questo il suo nome completo registrato all’anagrafe, è nato a Lisbona nel popolare quartiere Petrogal (dall’omonimo stabilimento), il 7 gennaio 1966 sotto il segno del Capricorno. Suo padre Manuel, scomparso due anni fa, lavorava come portiere proprio nell’azienda petrolifera del “bàirro”. Jorge era una discreta ala sinistra, veloce, buona tecnica. Non certo un fuoriclasse, però. La sua carriera si è dipanata nelle serie minori: Vianense, Caminha, Lenhense e Neves le sue squadre, mai oltre la terza divisione lusitana.

DISCOTECHE, NUNO E MOU

Dalla videoteca alla discoteca il passo fu beve: prima il Luz a Mar, sulla spiaggia di Ofir, a Nord di Oporto, poi l’Alfândega (tradotto in italiano: Dogana). Qui cominciò a conoscere e frequentare tanti personaggi del calcio. Il primo trasferimento fu quello del portiere Nuno Espírito Santo (ora allenatore del Wolverhampton) dal Vitória Guimarães al Deportivo La Coruña, poi l’esplosione con molti suoi assistiti – a cominciare da un rampante Mourinho – nel Porto che nel 2003 e nel 2004 centrò prima la Coppa Uefa e 12 mesi dopo la prestigiosa Champions League. La sua rete di “protetti” continuò ad allargarsi a macchia d’olio. Da tempo è diventato l’uomo-mercato di riferimento nonché il braccio operativo di alcuni fra i più prestigiosi club del mondo a cominciare dal Real Madrid e dal Manchester United passando per l’Atlético Madrid, l’AS Monaco, il Valencia e via discorrendo senza ovviamente trascurare le squadre degli sceicchi: Manchester City e Paris SG nonché le portoghesi Benfica, Porto, Sporting Lisbona e Braga. È inoltre partner del colosso cinese Fosun che detiene il pacchetto azionario del Wolverhampton. Quanto all’Italia, ha già “stregato” di rigenti del calibro di Paratici, Marotta, De Laurentiis, Lotito e Boban.

COLAZIONE, PRANZO E CENA

La Gestifute, scuderia da lui presieduta, è una Formula 1 del calcio. Osservate il “campetto” qui sopra. La formazione ideale composta dai suoi migliori assistiti e un undici bis da... urlo. Assemblandoli, si allestisce uno squadrone imbottito di assi degno di competere per vincere la Champions League. Mendes un giorno raccontò di aver consumato la prima colazione a Barcellona con Laporta, il pranzo a Londra con Abramovich e la cena a Lisbona con il presidente Vieira del Benfica. Se non è un record, poco ci manca. Stasera accompagnerà a Torino l’ultimo suo “bijou” João Félix, Golden Boy 2019, ed è scontato che rivinca il trofeo Golden Agent di Tuttosport. 

Articoli correlati

Dalla home

Vai alla home

Commenti