Maradona, Tacconi ricorda la punizione show: "Se l'avessi presa, sarei stato un eroe"

"A parte tutto, è stato un onore subire una rete da Diego, non la considero una sconfitta personale. Puoi ricordarlo tutta la vita e raccontarlo ai nipoti", le parole dell'ex portiere della Juventus

La pioggia battente, il campo allagato, 80 mila ombrelli aperti, le immagini rese opache dall'oscurità che avvolge lo stadio San Paolo. Il pallone è poggiato su un punto leggermente spostato sulla destra all'interno dell'area della Juventus, a una decina di metri dalla porta difesa da Stefano Tacconi. Diego Maradona fa ampi gesti con le braccia, come se la barriera dei bianconeri volesse posizionarla lui e non l'estremo difensore. Il centrocampista Eraldo Pecci, con la maglia numero 8, ha il piede sul pallone e lo tocca appena, poi Diego disegna una parabola che definire velenosa è perfino riduttivo. Tacconi tocca la sfera, che carambola beffardamente alle sue spalle. È il 3 novembre 1985 e l'ex portiere della Juve, al telefono con l'ANSA, ammette che "quello è stato il secondo gol più bello della storia che Diego ha segnato". "Un gol impossibile - racconta Tacconi - e, se lo avessi parato, probabilmente mi avrebbero dato una medaglia. A parte tutto, è un onore aver preso gol da Diego Maradona, non la considero una sconfitta personale come portiere. Quando prendi gol da certi campioni, puoi anche ricordarlo per tutta la vita e puoi raccontarlo ai nipoti. Mica hai preso gol da Cinciripini...".

Tacconi: "Maradona? Non paragonatelo a Messi e Ronaldo"

Tacconi "ancora oggi" si chiede "come possa aver fatto a disegnare quella traiettoria. Era un gol impossibile, per il semplice motivo che la barriera era vicinissima; si trattava di una punizione indiretta, da dentro l'area, io non vedevo il pallone, mi feci guidare dall'istinto, ma lui aveva già previsto dove sarebbe andata a finire quella traiettoria. Un vero colpo di genio". Tacconi ricorda Maradona in campo come "uno tranquillo, consapevole della propria forza e del fatto che, qualche 'tacchettata', l'avrebbe presa. Ultimamente camminava male, probabilmente anche per tutti i calci che aveva preso dai difensori avversari". Tacconi ricorda, con un episodio, il Maradona fuori dal campo. "Organizzai - dice - un'amichevole di beneficenza, lui venne a spese sue e portò l'Argentina campione del mondo in carica. Raccogliemmo 130 milioni di vecchie lire da destinare agli ospedali italiani e argentini che curavano i bambini malati di tumore. Diego era così". Anche per l'ex portiere della Juve, Maradona "per quello che ci ha fatto vedere, è da considerare il più grande, ma non può essere paragonato a Pelè, o a Messi o a Cristiano Ronaldo, che fanno parte di un calcio moderno. Diego  può essere considerato eterno. Ripeto: è stato un onore aver preso gol da lui, perché i suoi erano di qualità, griffati. E poi, a quei tempi, le sfide fra Napoli e Juve erano davvero particolari, non certo partite come tutte le altre".

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