Genoa, Thiago Motta: "Il mio calcio offensivo come quello di Gasperini"

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L'allenatore: "Il derby? Se vinci vai a festeggiare, se non vinci vai a casa a pensare già alla prossima partita. Il 'tradimento' verso Ranieri? All'Inter mi disse che dovevo restare ed io ribadii che volevo andare via"

GENOVA - Il derby della Lanterna è tra le sfide più attese della settimana appena iniziata, e Thiago Motta, allenatore del Genoa, ha confessato a Dazn le sue sensazioni, raccontando prima il suo ideale di gioco: "Il mio calcio è offensivo, come quello di Gasperini. A me piace portare la palla e creare una superiorità numerica con il palleggio e non per una questione estetica, ma perché ci credo realmente. Serve la comunicazione tra i giocatori e quando hanno la palla i giocatori stanno bene e sono uniti. Voglio l’aggressività, nel senso buono. Quando vai a segnare conta anche quella, se vuoi far gol devi essere più aggressivo dei difensori".

Claudio Ranieri, tecnico della Sampdoria, ha ricordato nei giorni scorsi - tra il serio e il faceto - di quando Thiago Motta lo "tradì", andando al PSG: "Nel periodo in cui ci ritrovammo all'Inter abbiamo parlato tantissimo. Ricordo una partita di Coppa con il Napoli, chiesi di non giocare perché non me la sentivo mentalmente, sapeva quale era la mia volontà, ma lui mi schierò, persi palla davanti alla difesa e procurai un calcio di rigore, perdemmo 1-0. Mi disse che dovevo restare ed io ribadii che volevo andare. Lui mi disse che rispettava la mia decisione ma che non l'avrebbe accettata. Alla fine firmai con il PSG all’ultimo minuto dell’ultimo giorno di mercato". L'ex centrocampista prosegue, ricordando i momenti migliori della sua carriera: "Il triplete con l’Inter è stato unico, un anno storico per la società, ma anche per noi stessi. L’Inter non vinceva da tanto tempo la Champions ed è stato incredibile riuscirci. Il derby? Sono cose che ho vissuto già prima e non è cambiato nulla. Genova ha una squadra storica e importantissima come il Genoa ed una grande come la Sampdoria; i tifosi ti chiedono sempre del derby, anche per strada si raccomandano. Immagino il momento subito dopo la partita: vinci il derby e vai a festeggiare, se non vinci vai a casa a pensare già alla prossima partita".

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