Kean nella scia di Inzaghi e Vieri: Italia, goditelo!

© Juventus FC via Getty Images

È il giorno della grande sfida ai fenomenali ragazzi dell’Ajax, di cui giustamente si magnificano le gesta dal giorno della vittoria a sorpresa sul Real Madrid. Anche noi abbiamo un meraviglioso calciatore poco più che maggiorenne, un centravanti come forse non avevamo in Italia dai tempi di Pippo Inzaghi e Bobo Vieri, ma chissà perché non riusciamo a godercelo, inseguendo paragoni improponibili e annacquando le sue prodezze. La Juve di Allegri, Cristiano Ronaldo, Chiellini, Pjanic e tutti gli altri è anche un po’ la Juve di questo diciannovenne capace di prendersi fragorosamente la scena, ma - chissà perché - la prima cosa che ci viene in mente è di paragonarlo a Balotelli. Solo, verrebbe da dire, per il colore della pelle, perché non risulta ancora - come accadde invece a SuperMario, appena ventenne - di averlo visto gettare a terra la maglia a San Siro. E non calza minimamente anche qualsiasi riferimento tecnico. Kean, come giocatore, può ricordare ed essere eventualmente accostato a Tevez, non certo a Balotelli. Perché, altrimenti, soltanto per il colore della pelle, sarebbe come dire che Chiesa assomiglia a Pellè.

Ma, in questo rincorrersi di strani discorsi, Kean ha anche la sfortuna di diventare o di essere trasformato spesso in protagonista negativo. Dieci giorni fa, invece di incassare l’unanime solidarietà - isolando i pochissimi per la verità ad essere andati oltre qualsiasi ragionevole forma di convivenza civile - ha dovuto quasi giustificare la sua esultanza lontana anni luce da gesti molto più plateali e sconsiderati che si vedono in giro e su cui - in questo caso sì - ci sarebbe da discutere molto. Fatto sta che la sua rete ha finito per passare quasi sotto silenzio. Esattamente come è successo sabato sera, alla fine di un concitatissimo confronto col Milan.

La sfortuna stavolta ha voluto che si parlasse soltanto del fallo di mano di Alex Sandro e non ci sia stato un momento - almeno un momento - per celebrare il fantastico stop a seguire e tiro al volo che ha dato la vittoria alla Juve. Dicevamo di Inzaghi e di Vieri: a pensarci bene - senza voler eccedere nei complimenti - Kean in quell’azione si è “aperto” come faceva benissimo Pippo e ha incrociato con la potenza e la precisione di Bobo. È impossibile dire se Kean diventerà come loro - è un augurio naturalmente - ma sarebbe il caso di godersi di più questo ragazzo che con Donnarumma, Zaniolo, Bernardeschi, Chiesa, Sensi, Barella, Romagnoli - e ci fermiamo perché l’elenco potrebbe essere anche più lungo - rappresenta il futuro della Juve e dell’Italia.

Lui, d’altronde, dopo aver giustamente e logicamente aspettato il suo turno, senza reclamare ad esempio una cessione a gennaio, ha detto sì ad altri cinque anni con la Juve. Assistito da quel procuratore, Raiola, di cui si è tanto evocato il nome negli ultimi quattro mesi. Non per parlare di lui o dei suoi giocatori, ma a proposito della lunga ed estenuante questione Icardi. La frase più ricorrente? «Wanda Nara avrà anche sbagliato a dire che i compagni dovrebbero servire qualche pallone di più a Icardi, ma pensate se l’avesse fatto Raiola». Insomma, nessuno che debba rispondere per ciò che dice o che fa personalmente. Ma questo è un altro discorso. O forse no.

 

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