Carica Bernardeschi, il "primo" Federico

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Il suo passaggio alla Juve ha anticipato la vicenda Chiesa

TORINO - Federico di qua, Federico di là. Chiesa di là, Bernardeschi di qua: un unico nome per un unico comun denominatore: la Juventus che insidia la Fiorentina. Ora che Rocco Commisso ha rimesso Chiesa al centro del villaggio viola, il Federico fedifrago tresta solo uno. Ma il problema è degli altri, perché Federico “il fedifrago” Bernardeschi attraversa questa atmosfera truce in cui vengono evocati tradimenti tribali con la leggerezza di chi sa di non doversi far perdonare nulla, Fin dal giorno del suo esordio in Serie A con la maglia viola decisa, guarda un po’, proprio da Vincenzo Montella: da lì in poi son state dinamiche perfino banali quelle che hanno condotto al suo trasferimento a Torino in cambio di 40 milioni.

Il problema del Federico bianconero, casomai, adesso è scalare posizioni in bianconero nelle gerarchie sarriane: solo sette minuti messi assieme nelle prime due giornate non possono bastare a chi è accreditato da molti come uno dei calciatori dalle maggiori potenzialità evolutive tra quelli italiani. Qualità che gli riconosce lo stesso Sarri il quale, infatti, lo avrebbe voluto con sè già ai tempi del Napoli e che invece se lo ritrova ora con l’unico limite (ma è poi davvero un limite) di una rosa dalla qualità e dalla quantità ipertrofiche che lo costringono a scelte taglienti. E u questo, infatti, è concentrato Bernardeschi perché sa bene che la lama su cui deve correre è quella delle scelte che compie il nuovo tecnico bianconero: al di qua c‘è l gloria dentro alla Juventus, al di là c’è il margine, dorato fin che volete ma rischioso anche in chiave di prospettive azzurre. Il Federico bianconero ne ha parlato proprio in occasione dell’ultimo impegno con la Nazionale e ha affrontato la questione con la solita maturità e consapevolezza a cui da tempo sta allenando il proprio pensiero, ancor più oggi quando la fresca maturità gliene richiede un surplus (e che gli lascia anche meno tempo e modo per suonare l’adorata chitarra...).

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