Juventus, Ronaldo: serve un tampone negativo per sfidare Messi. O no?

© Marco Canoniero

Se entro oggi CR7 non dimostrerà all'Uefa di aver superato il Covid-19 (con un tampone negativo o con un quadro clinico che dimostri la guarigione) non potrà partecipare alla sfida contro il Barcellona di mercoledì prossimo

TORINO - L'attesa per il tampone negativo riempirà il pomeriggio di Cristiano Ronaldo che si gioca la possibilità di sfidare Lionel Messi sulla base del risultato. Il protocollo Uefa, infatti, richiede la documentazione completa di guarigione dalla malattia a sette giorni dalla successiva partita. Quindi: siccome Juventus-Barcellona si disputerà mercoledì 28 alle 21, Cristiano deve essere negativo entro oggi, altrimenti non potrà scendere in campo, anche qualora per quella data fosse negativo. Il protocollo Uefa è, insomma, più restrittivo di quello della Figc che consente a un giocatore risultato positivo al Covid-19 di scendere in campo se tornato positivo a 24 ore dalla partita. Ma non è l'unica speranza: il protocollo Uefa infatti, richiede che entro oggi i medici spediscano una documentazione completa all'Upap (Uefa Protocl Advisory Panel) nella quale accludere una sorta di cartella clinica di Ronaldo. Il protocollo non chiarisce fino in fondo se è strettamente necessario che a questo punto (7 giorni prima del match) ci sia un tampone negativo o possa bastare una situazione asintomatica, in attesa del tampone negativo 24 ore prima del match. Nel secondo caso Ronaldo avrebbe tutti i requisiti, visto che non ha mai avuto sintomi ed è in perfetta forma (il video postato oggi sui social sta a dimostrarlo).

L'ATTESA - Ronaldo quindi attende l'esito del tampone e con lui milioni di tifosi. La Juventus, seguendo una politica adottata fin dall'inizio della pandemia, comunicherà l'esito del tampone di CR7 solo in caso di negatività. Il silenzio, insomma, non sarebbe una buona notizia, perché potrebbe significare che il risultato del test è ancora positivo e che, quindi, Ronaldo non sarebbe disponibile per la prossima gara di Champions League. A meno che l'interpretazione dell'Upap del protocollo non fosse più tollerante rispetto al controllo sette giorni prima del match. Al capitolo 7 (comma 7), infatti, si parla di giocatore che deve essere «recovered», ovvero guarito, ma nello stesso capitolo si indica come anche dopo la guarigione possano esserci dei residui di Rna del Covid-19 in grado di rendere positivo il test.

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