Lazio, Acerbi è una roccia

© Bartoletti

Contro l'Atalanta taglierà il traguardo delle 60 presenze in biacoceleste. Fu pagato 12 milioni di euro

ROMA - Dalla delusione all’esaltazione il passo è spesso breve. Non per Francesco Acerbi, un ragazzo di sani principi, quelli del lavoro e della meritocrazia. Da marzo scorso quando Mancini non lo convocò e lui si fece riprendere mentre giocava in giardino con la maglia azzurra ("Visto che non sono stato convocato in Nazionale, io la maglia me la sono comprata", scrisse sui social), alla partita decisiva Italia-Grecia giocata da titolare con Bonucci. Subito dopo il laziale ha bloccato tutti: "Io, finché all’Europeo non gioco, non ci credo e continuo a lavorare". La personificazione del punto di equilibrio, Acerbi. Lo chiamano Iron Man perché appena raggiunge un obiettivo se ne pone subito un altro. Francesco è una trottola, non si ferma mai. In moto perpetuo inseguendo una perfezione che sa di non poter raggiungere se non con il lavoro e il sacrificio.

Contro l’Atalanta l’ex difensore del Sassuolo, pagato dalla Lazio ben 12 milioni, taglierà il traguardo della presenza numero 60 in biancoceleste. Alla sua seconda stagione alla Lazio è diventato da subito un punto fermo della difesa di Inzaghi, non si ferma da un anno e mezzo e da quando è ricominciato il campionato à già a quota 610 minuti giocati, una media quasi da portiere titolare se non fosse per quegli ultimi 20 minuti saltati contro la Sampdoria a scopo precauzionale sul 3-0 per la Lazio. Non si ferma ormai da un anno e mezzo, fisico e voglia da vendere. E soprattutto una serie di rivincite con la vita e la carriera che stanno dimostrando come anche a 31 anni ci si può ritagliare un ruolo da assoluto protagonista.

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