Pioli: “I tifosi? Hanno diritto di critica". Gazidis: "Il Milan rischiava la bancarotta e la Serie D"

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Il nuovo tecnico rossonero si presenta in conferenza stampa: “Ho la convinzione di poter fare un ottimo lavoro. La mia fede interista? Ero un bambino, il passato è passato". L'ad: "Abbiamo ereditato il club con il rischio insolvenza"

MILANOStefano Pioli è il nuovo allenatore del Milan. Il tecnico emiliano ha firmato un biennale fino al 2021 e avrà il compito di risollevare le sorti della squadra dopo il non esaltante inizio di stagione con Giampaolo: “Mi preparo a quest’avventura con grande entusiasmo, so di essere stato chiamato da un grande club. Ho la convinzione di poter fare un ottimo lavoro insieme ai giocatori e alla società - ha detto in conferenza stampa, accompagnato da tutta la dirigenza -. I tifosi? Ho grande rispetto per loro, è uno stimolo ulteriore. È chiaro che dovrò cominciare a lavorare in tutte le direzioni, dalla testa dei giocatori alla disposizione in campo. Saranno dieci giorni molto importanti. Cercherò di sfruttare ogni istante”.

Milan, ecco la ricetta di Pioli

"Io penso sempre positivo e lotteremo insieme per raggiungere i migliori risultati possibili e di questo devono essere convinti anche i giocatori. Il passato del Milan è glorioso e il presente deve essere all'altezza delle nostre possibilità, le difficoltà vanno affrontare e superate. Ci sono tante belle qualità in questa squadra e dobbiamo trovare il modo per farle esplodere - ha aggiunto - Devo dare ai giocatori il coraggio per mettere in campo tutte le loro qualità. Dobbiamo ripartire da idee, intensità e spregiudicatezza. Dobbiamo lottare per cercare di andare in Champions".

Pioli e il passato…all’Inter

La mia fede interista? Ero un bambino. Il passato è passato. Ora sono un professionista maturo: voglio fare bene e spero che i giudizi verranno emessi solo su ciò che farò in campo e non su quello che pensavo da bambino, quando non avevo ancora le idee chiare”.

Gazidis: “Salvato il Milan dalla Serie D”

"Voglio prima di tutto ringraziare Marco Giampaolo e il suo staff, gli auguriamo il meglio. Non è stata una decisione presa facilmente. L'abbiamo condivisa, mettendo la squadra sopra tutto il resto. Capiamo la frustrazione dei nostri tifosi, stiamo facendo un percorso non facile. Siamo di fronte ad una realtà che non può essere ignorata: a noi interessa molto il club, lo abbiamo ereditato con il rischio insolvenza, che voleva dire finire in D, stiamo lavorando tutti i giorni con tutto il cuore. Non vediamo l'ora di iniziare questo viaggio insieme, crediamo di avere una buona squadra e sono sicuro che potremo far bene. Vorrei convincere stampa e tifosi che abbiamo una grande visione per questo club. In estate siamo stati stati sesti in Europa per le spese sul mercato, abbiamo migliorato la rosa. Nonostante un inizio difficile siamo comunque a 6 punti dalla Champions. Abbiamo preso questa decisione perché c'è ancora tempo per riprendere il timone. Abbiamo preso un allenatore di esperienza, che sono sicuro potrà sviluppare i nostri giocatori", ha dichiarato l'ad rossonero. "Stiamo investendo 1,2 miliardi per il nuovo stadio, il nostro compito è rifondare il club con nuovi giocatori e riportarlo dove merita”.

Boban: “Non parlo di Spalletti”

Non parlo di Spalletti, è un validissimo allenatore ma la scelta del Milan è caduta su Pioli”. Spalletti era stato contattato dal Milan ma non si è liberato dall'Inter per via del mancato accordo sulla buonuscita. “Non siamo la squadra più forte del mondo - ha detto Boban - ma non siamo neanche la squadra che si è vista finora. Con Pioli siamo convinti che si possa vedere un gioco migliore e qualità migliori rispetto a quanto visto fino ad ora”.

Maldini: “Il Milan torni protagonista”

"Ci siamo resi conto che con Giampaolo le cose non funzionavano, è una decisione difficile ma che fa capire che vogliamo essere protagonisti in questa stagione. Pioli è un allenatore di esperienza, che ha preso in corso anche grandi squadre. Deve essere ben chiaro che non abbiamo l'obiettivo di vincere la Champions, ma non possiamo aspettare dieci anni per tornare competitivi. Stiamo lottando contro tante cose ereditate dalle proprietà passate, ci stiamo mettendo la faccia”.

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