Mondonico, due anni fa la scomparsa del tecnico che fece grande il Torino
Il 29 marzo 2018 se ne andava, a 71 anni, uno degli allenatori più amati dal popolo granata: vinse la Coppa Italia e sfiorò la Uefa
TORINO - Il mondo granata ricorda Emiliano Mondonico a due anni dalla scomparsa. Il 29 marzo 2018 si spegneva uno dei tecnici più amati, capace di portare al Torino la Coppa Italia del 1993 e la Mitropa del 1991. Indimenticabile il gesto della sedia al cielo: era la finale di Uefa contro l’Ajax e il Mondo si lasciò andare a un gesto sì plateale ma sincero e divenuto romantico. Dopo aver reso grande l’Atalanta, tornò nuovamente in granata nel 1998-99 riportandolo in Serie A.
Mondonico, la carriera in immagini
La carriera di Mondonico
La carriera da calciatore di Emiliano Mondonico, dopo i primi passi nel settore giovanile dalla Rivoltana (era nato a Rivolta d’Adda) era iniziata e si era conclusa con la maglia della Cremonese. In mezzo Torino, Monza e Atalanta. Dal 1979, all'età di soli 32 anni, inizia ad allenare le giovanili della Cremonese e spicca il volo verso il grande calcio. Dopo aver guidato la prima squadra della società grigiorossa (riportandola in Serie A) e il Como, dal 1987 al 2000 allena solo Atalanta e Torino, club che gli entrano subito nel cuore. Nel 2000 sbarca a Napoli, poi Cosenza, Fiorentina, Albinoleffe, poi di nuovo Cremonese prima di tornare all'Albinoleffe dove il medico lo mandò a fare dei controlli perché aveva notato la pancia gonfia. Il tumore non gli impedì di tornare in panchina l'ultima volta, nel 2012, con il Novara.
Torino, due anni fa la morte dell'amato Mondonico
L’omaggio della Lega di A
"Personaggio amato da tutto il mondo del calcio oltre i colori della maglia, ricorderemo sempre la tua generosità e i tuoi valori. Riposa in pace" scrisse la Lega di A dopo la notizia della morte.
Il ricordo della figlia Clara
“Ogni giorno mi manca sempre di più, fisicamente - ha raccontato la figlia Clara a Tuttosport -. Ma resta ugualmente dentro di tutti noi. Sento la sua voce nel cuore: e a maggior ragione in momenti tanto tragici, sento anche che mi sta trasmettendo tutta la sua energia. Papà per vent’anni, gli ultimi della sua vita, ha dedicato tempo, spirito e possibilità economiche per aiutare tanti ex tossicodipendenti, ex alcolisti. Radunati dai volontari dell’Approdo, l’associazione benefica qui di Rivolta che soccorre persone in gravi difficoltà. E le aiuta a reinserirsi nella società. E dopo che mio padre scoprì di avere un tumore, cioè dal 2011, aumentò persino l’impegno”.