Moto inchioda all'ultimo grazie al gesto di un automobilista, il VIDEO

La segnalazione del conducente fermo all'incrocio è salvifica per il centauro che sfrecciava sulla strada e non si era accorto dell'auto che arrivava alla sua destra. Incidente fortunatamente solo sfiorato

Automobilista e centauro sono spesso immaginati come cane e gatto, a non gradire l'uno lo stile di guida dell'altro e a dirsene di tutti i colori ad ogni manovra avventata. Quando però c'è una situazione di pericolo, non c'è rivalità o screzio che regga: chi si accorge che sta per succedere qualcosa di brutto all'altro, è pronto a intervenire.

GUIDE DIFFERENTI - Spesso i conducenti di auto sono distratti, a volte incattiviti dalle lunghe code che causano stress, ma anche dai comportamenti poco educati degli altri. Sbagliando, il primo istinto è discutere con il motociclista di turno: stando su due ruote invece che su quattro si ha la possibilità di sgattaiolare nel traffico evitando estenuanti e terribili imbottigliamenti, ma sempre con cautela e nel rispetto delle norme (del "lane splitting" ve ne avevamo già parlato in questo articolo)

Fortunatamente, le leggende metropolitane lasciano spesso il tempo che trovano e così, come appare dal video qui sotto, sono i piccoli gesti che fanno sì che sulla strada si possa essere un’unica comunità.

PIACEVOLI ECCEZIONI - La storia si svolge a Los Angeles: un motociclista, con una cam sul casco, viaggia nel traffico della città californiana quando sta per arrivare in prossimità di un incrocio. Un camionista, però, si accorge che da destra sta arrivando un’auto che prenderebbe in pieno il centauro, poiché questi pare non essersi proprio accorto della vettura in arrivo. Così l’autista decide di fare un piccolo ma fondamentale gesto: tirare fuori un braccio per segnalare al motociclista di fermarsi all’incrocio che, una volta accortosi della situazione, ringrazia il camionista prima di riprendere la sua marcia. Come detto, sono i piccoli gesti che migliorano la vita anche, e soprattutto, sulle strade.

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