Yamaha Tracer 700, il test per il #SottoEsame

Siamo arrivati a Tenerife per provare da vicino da nuova versione della crossover media 2020. Tutte le caratteristiche e le emozioni alla guida dell'ultima arrivata della Casa giapponese

Oramai la formula è chiara e recita più o meno così: alza il manubrio, massimizza il controllo, la giusta grinta, una ciclistica svelta, comfort quanto basta; ed ecco che una “pacifica” crossover è pronta a restituire smalto a quel segmento sport-tourer (quello in cui la parola “sport” aveva un valore determinante) un tempo contenitore per carenate dall’imprinting prestazionale, addolcite appena nell’erogazione e meno estreme nella posizione di guida, per poter macinare strada senza soffrire troppo.
Una sorta di “passaggio del testimone” che dopo essersi concretizzato tra le cilindrate “big” inizia a interessare anche le intermedie, come dimostra la Yamaha Tracer 700, che in versione 2020 rafforza gli elementi distintivi del suo carattere double-face, sport e touring. Per testare questa novità, niente di meglio delle gustosissime strade che si arrampicano in cima vulcano Teide sull’isola di Tenerife. In attesa della prova approfondita sul prossimo numero di In Moto in edicola, ecco con quali voti ha superato il nostro #SottoEsame.

DESIGN YAMAHA TRACER 700 2020

Ovviamente, quando non si parla di semplici crossover da diporto ma di modelli con più marcati tratti di aggressività, pronti a infilzare curve una dietro l’altra a caccia sensazioni forti, il messaggio deve essere chiaro sin dal design. Il taglio a unghia dei nuovi fari a led, che dominano i faretti di posizione, dona alla Tracer uno “sguardo” ora più aggressivo, che ben si sposa con le linee slim ed equilibrate, ben bilanciate tra avantreno e retrotreno. Insomma, una moto bella, dal look fresco e ricercato, che sul piano estetico riesce a meritare anche qualche tacca in più rispetto alla sorella maggiore 900. VOTO: 8, 5

CONTENUTI TECNICI YAMAHA TRACER 700 2020

Nessuno stravolgimento rispetto al passato, ma sul nuovo modello non mancano ottimizzazioni e migliorie che portano il progetto ad un ulteriore stadio di maturazione. Il bicilindrico di 689 cc e 74 CV di potenza massima a 8.750 giri/min diventa Euro5 e riceve diversi aggiornamenti per non perdere nulla della proverbiale frizzantezza che lo ha reso celebre tra gli appassionati.

A tal proposito è stato leggermente accorciato anche il rapporto di trasmissione finale. La forcella Kayaba da 41mm è regolabile e arrivano un nuovo manubrio più largo, il cupolino settabile facilmente su diversi livelli di altezza con una sola mano, una sella meglio sagomata nella zona di raccordo col serbatoio, mentre gli pneumatici di primo equipaggiamento sono dei Michelin Pilot Road-4. Semplice, bella ed efficace la nuova strumentazione LCD, apprezzabili i cablaggi già predisposti per alimentare GPS e smartphone. La Tracer pesa 196 kg col pieno, ha un serbatoio di 17 litri e con un consumo dichiarato di 4,3 l/100 km raggiunge un’autonomia prossima ai 400 km. VOTO: 8

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